I metalli come contaminanti negli alimenti

By : | Commenti disabilitati su I metalli come contaminanti negli alimenti | On : Luglio 25, 2012 | Category : Informazione

Metalli quali l’arsenico, il cadmio, il piombo e il mercurio sono composti chimici che si trovano in natura. Possono essere presenti a concentrazioni diverse nell’ambiente, ad es. nel terreno, nell’acqua e nell’atmosfera. Possono anche trovarsi nei prodotti alimentari sotto forma di residui a causa della loro presenza nell’ambiente provocata da attività umane, quali l’agricoltura o l’industria, dai gas di scarico di autoveicoli o dalla contaminazione durante la lavorazione o la conservazione degli alimenti. L’esposizione delle persone a questi metalli può avvenire attraverso l’ambiente o attraverso l’ingestione di cibi o acqua contaminati. Il loro accumulo nell’organismo può produrre effetti nocivi nel corso del tempo.

Il contesto normativo dell’UE

Il regolamento n. 1881/2006 della Commissione stabilisce i tenori massimi di alcuni contaminanti negli alimenti, quali il piombo, il mercurio e lo stagno inorganico. Tale regolamento non riguarda le sostanze radioattive. Il regolamento n. 333/2007 della Commissione riguarda i metodi di campionamento e di analisi per il controllo ufficiale dei tenori massimi di questi metalli. Le misure di sorveglianza per i residui di elementi chimici nei prodotti alimentari di origine animale sono specificate nella direttiva n. 96/23/CE del Consiglio.

Ruolo e attività dell’EFSA

L’EFSA fornisce assistenza e consulenza scientifica ai gestori del rischio sulla base di valutazioni del rischio. La Commissione europea e gli Stati membri dell’UE prendono decisioni di tipo normativo, quali la definizione dei tenori massimi di metalli nei prodotti alimentari. La consulenza scientifica dell’EFSA contribuisce a fornire informazioni ai fini di queste decisioni.

L’EFSA è stata incaricata dalla Commissione europea o dagli Stati membri di fornire valutazioni del rischio su uranio, cadmio, mercurio, piombo e arsenico nei prodotti alimentari. Questa attività è stata svolta dal gruppo di esperti scientifici sui contaminanti nella catena alimentare (gruppo CONTAM).

L’arsenico negli alimenti

L’arsenico è un contaminante largamente diffuso, sia in natura che come prodotto dell’attività umana. I prodotti alimentari sono la principale fonte di esposizione per la popolazione europea in generale.

Nell’ottobre del 2009, il gruppo di esperti scientifici CONTAM ha adottato un parere sulla presenza di arsenico negli alimenti. Tale parere è incentrato principalmente sull’arsenico inorganico, che è la forma più tossica in cui l’arsenico può essere presente. Il gruppo di esperti scientifici ha messo a confronto le quantità di arsenico che le persone potrebbero assumere da alimenti e bevande con i livelli di assunzione che possono provocare determinati problemi per la salute. Dal momento che tra i due valori è risultata poca o nessuna differenza, il gruppo di esperti scientifici ha raccomandato di ridurre l’esposizione all’arsenico inorganico. Tuttavia il gruppo di esperti scientifici ha anche evidenziato notevoli incertezze in relazione alla valutazione del rischio di tale sostanza, sottolineando la necessità di avere a disposizione un maggior numero di dati sui livelli di arsenico organico e inorganico in vari alimenti, nonché sul rapporto tra livelli di assunzione di arsenico e possibili effetti sulla salute.

Le principali fonti di assunzione dell’arsenico inorganico sono i cereali e i prodotti a base di cereali, gli alimenti per usi dietetici speciali (ad esempio le alghe), l’acqua in bottiglia, il caffè e la birra, il riso e i prodotti a base di riso, il pesce e le verdure.

L’uranio nei prodotti alimentari

L’uranio è un metallo radioattivo presente in natura, che si trova, a concentrazioni diverse, nell’ambiente, nell’acqua e nei prodotti alimentari. Nel marzo 2009 il gruppo CONTAM ha svolto una valutazione del rischio relativa all’esposizione alimentare all’uranio presente negli alimenti, in particolare nell’acqua minerale, formulando consigli in merito alla dose giornaliera tollerabile (TDI) per l’uranio. Il parere verte sulla tossicità chimica dell’uranio, mentre il rischio radiologico sarà esaminato da un gruppo di esperti della Commissione europea nel corso del 2009.

Il gruppo CONTAM, non avendo riscontrato nuovi elementi che richiedano una revisione della TDI per l’uranio, fissata a 0,6 µg/kg p.c. al giorno dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ha avallato questa TDI.

Il gruppo CONTAM ha concluso che l’esposizione alimentare media all’uranio della popolazione generale e dei grossi consumatori in Europa è attualmente inferiore alla TDI. In zone specifiche, in cui le concentrazioni di uranio nell’acqua potabile sono elevate, le stime dell’esposizione sono vicine, ma sempre inferiori, alla TDI. Per i bambini piccoli alimentati con formule per lattanti ricostituite con acqua contenente uranio, il gruppo CONTAM ha osservato che l’esposizione in relazione al peso corporeo potrebbe raggiungere il triplo di quella degli adulti ed ha concluso che tale esposizione dovrebbe essere evitata.

Il cadmio negli alimenti

Nel gennaio 2009 il gruppo CONTAM ha adottato un parere sul cadmio negli alimenti, in cui fornisce una valutazione aggiornata dell’esposizione in Europa e stabilisce una nuova dose settimanale tollerabile (TWI – Tolerable Weekly Intake). Per la popolazione generale, ad eccezione dei fumatori, la fonte principale di esposizione al cadmio è rappresentata dagli alimenti. A seguito dell’analisi di nuovi dati, il gruppo CONTAM ha ridotto la TWI per il cadmio a 2,5 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo (µg/kg p.c.). Attualmente l’esposizione media al cadmio degli adulti attraverso la dieta si aggira intorno a questo valore e l’esposizione di determinati sottogruppi, quali i vegetariani e i fumatori, può essere superiore. Tuttavia, il rischio di effetti nocivi, anche nei gruppi con livelli di esposizione superiori alla TWI, è estremamente basso, poiché la TWI non è basata sui danni renali in quanto tali, ma su un indicatore precoce di cambiamenti della funzionalità renale che suggerisce un possibile danno ai reni in futuro.

Il mercurio negli alimenti

Nel 2004 il gruppo CONTAM ha adottato un parere sul mercurio e il metilmercurio, quest’ultimo essendo il principale composto del mercurio presente nei prodotti a base di pesce e di frutti di mare. Il parere esaminava il contributo di diversi alimenti all’esposizione umana totale e i rischi per i gruppi vulnerabili, in particolare per le donne in gravidanza e per i bambini. Il gruppo ha concluso che è stata dimostrata la tossicità del metilmercurio già a bassi livelli di esposizione e quindi l’esposizione a questo composto deve essere minimizzata. Tuttavia ha anche riconosciuto che il pesce ha un ruolo importante in una dieta equilibrata.

L’EFSA ha anche fornito consulenza nel 2005 sul contributo, in termini di sicurezza e di nutrizione, dei pesci selvatici e dei pesci di allevamento. Il gruppo CONTAM ha valutato i rischi per la salute connessi con il consumo umano di pesci selvatici e di pesci di allevamento, svolgendo, tra l’altro, una valutazione generale dei rischi legati al consumo di aringa del Baltico. La consulenza dell’EFSA riguardava soprattutto i metalli e i contaminanti organici persistenti più importanti, ossia il metilmercurio, le diossine e i PCB diossina-simili. Tale consulenza comprendeva anche un riesame del valore nutrizionale e dei benefici nutrizionali del consumo di pesce.

Il piombo negli alimenti

Il piombo è un contaminante ambientale che si trova sia in natura sia come risultato di attività umane quali l’estrazione mineraria. In un parere pubblicato ad aprile 2010 sui possibili rischi per la salute relativi alla presenza di piombo negli alimenti il gruppo CONTAM ha ritenuto che siano i cereali, gli ortaggi e l’acqua potabile a contribuire in maggior misura all’esposizione alimentare al piombo per la maggioranza degli Europei. Il gruppo ha concluso che gli attuali livelli di esposizione al piombo costituiscono un rischio basso o trascurabile per la salute della maggior parte degli adulti, ma che esistono potenziali preoccupazioni in particolare in merito a effetti sullo sviluppo neurologico per feti , neonati e bambini.

Fonte: http://www.efsa.europa.eu/it/topics/topic/metals.htm

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